In questi giorni nelle sale cinematografiche è uscito lo spinoff della saga di Rocky Balboa che narra le vicende del figlio di Apollo Creed, avversario storico e amico del celebre personaggio interpretato da Sylvester Stallone.
E’ proprio di lui che parliamo in questo articolo, dell’illustre Sylvester Stallone che nella sua vita, come tanti altri ha adottato la strada della tenacia e dell’ostinazione. Tutti sappiamo quanto può essere dura la testa di chi ha voglia di farcela, di chi vuole raggiungere il proprio obiettivo a tutti i costi e di quanta importanza bisogna dare a sé stessi per fare in modo che questo accada.
Da sempre attirato dal mondo del cinema, Stallone frequenta, se pur non portandola a termine, la facoltà di arte drammatica dell’Università di Miami. Dopo gli studi spera che con quel fisico gli si possa aprire qualche porta e quindi comincia a partecipare a piccole produzioni.
Consapevole del fatto che stando con le mani in mano non riceverà la tanto attesa chiamata di qualche leggendario produttore in cerca di talenti, si dà da fare scrivendo sceneggiature e collaborando alla stesura di testi e dialoghi con lo scopo di farsi conoscere.
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Al famosissimo incontro tra il mitico Muhammad Ali e il pugile semisconosciuto Chuck Wepner, ebbe la fortuna di trovarsi tra gli spettatori e proprio in quel momento arrivò una delle sue più grandi ispirazioni, che lo portò in soli tre giorni a scrivere la sceneggiatura dedicata a quel pugile sconosciuto che gli avrebbe cambiato la vita: Rocky Balboa.
Una volta proposta la sceneggiatura ad un gruppo di produttori, questi gli offrirono una grande somma per poterla acquistare, ma egli si oppose perché voleva la parte da protagonista. La sua tenacia gli fece rifiutare l’offerta, sebbene quella cifra gli avrebbe fatto comodo dal momento che all’epoca possedeva solo poche centinaia di dollari in banca e la moglie fosse incinta.
I produttori, convinti di non voler inserire nel film un attore ancora sconosciuto, con una lieve paresi al lato sinistro del viso e che soffriva di rachitismo, continuarono ad offrirgli somme sempre più grandi di denaro in cambio dello script, ma lui rifiutò sempre.
nel momento in cui i produttori si videro respingere una proposta d’acquisto di 300.000 dollari si rassegnarono alla sua partecipazione come attore principale. Questa sua interpretazione determinò il suo successo, portandolo ad essere l’attore mondiale che è oggi.
Potremmo continuare con elenchi infiniti di personaggi con storie strabilianti alle spalle come il tennsita Novak Djokovic che a soli 12 anni, nonostante la difficile situazione di tensione politica nel suo Paese, chiese al padre di ipotecare la casa per poter pagare l’accademia di tennis, perché già allora aveva individuato il suo obiettivo.
Non c’è crisi politica che tenga, non c’è difetto fisico che ti possa fermare e non c’è nulla di più importante della tua motivazione. Il grande Michael Jordan disse “Ho sbagliato più di 9000 tiri nella mia carriera. Ho perso quasi 300 partite. 26 volte mi hanno dato la fiducia per fare il tiro vincente dell’ultimo secondo e ho sbagliato. Ho fallito più e più volte nella mia vita. E’ per questo che ho avuto successo.”
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